Storia...


Dover parlare della storia di Mentana, in antico denominata "Nomentum", significa dover ripercorrere oltre tremila anni di storia del nostro territorio il cui "continuum" è scandito dai numerosi reperti archeologici rinvenuti soprattutto in questo ultimo trentennio, sia in seguito all'intensificarsi degli scavi edilizi, sia grazie al "lavoro" dei mezzi agricoli impiegati dai contadini Mentanesi.

Infatti, in mancanza di una sistematica campagna di scavo, sono stati proprio questi fortuiti ritrovamenti che hanno reso possibile identificare con esattezza nell'area Montedoro - Romitorio, nella frazione di Casali, verso il ventiduesimo Km. della attuale Via Nomentana, l'antico centro di "Nomentum". Vennero riportate alla luce, sulla collina di Montedoro, resti di mura urbane risalenti al IV secolo a.C., ma le testimonianze più antiche risalgono all'età del ferro (VIII sec. a.C.) per il ritrovamento di vasi di impasto e bicchieri provenieni da tombe che indicano già per quel periodo la presenza di un cospicuo centro urbano. Nomentum viene citata per la prima volta dalle fonti storiche, relativamente al periodo delle lotte per l'estensione del dominio di Roma nel Lazio centrale. Risulta infatti dagli antichi scrittori, che Tarquinio Prisco (616 - 578 a.C.) dopo un lungo periodo di combattimenti riuscì a sconfiggerla. Si schierò ancora con i popoli latini contro Roma, ma dovette cedere e si arrese alleandosi con Roma stessa che le concesse la cittadinanza ed in seguito la municipalità. I buoni rapporti, che ben presto, in seguito a questi avvenimenti, si instaurarono tra Roma e Nomentum, apportarono a quest'ultima un discreto benessere e soprattutto, diedero impulso a quel fenomeno che, con termini abbastanza moderni, potremmo definire "turismo". Le maggiori attrattive per le quali Nomentum venne anche celebrata da poeti e scrittori latini, erano costituite, oltre che dal suo buon vino così generoso da conservarsi anche per cinque anni, dalla salubrità dell'aria e dalla presenza della stazione termale delle Acque Labane, posta nell'attuale località di Grotta Marozza.

Moltissimi patrizi romani possedevano ville e vigneti nell'agro nomentano e tra queste vengono ricordate quelle di Seneca e Marziale, citate più volte nelle loro opere. La diffusione del Cristianesimo nel territorio è documentata già nei primi secoli col martirio dei Santi Primo e Feliciano, avvenuto durante la persecuzione di Diocleziano, divenendo in seguito sede di diocesi di primaria importanza; un vescovo Stefano è già citato in documenti del III secolo. Nel 593 alla diocesi di Nomento, che già comprendeva le città di Ficulea e Fidene, venne aggregata da papa Gregorio Magno, quella di Cures, distrutta dai Longobardi.

Nel 741 anche Nomentum, che faceva parte del Ducato Romano, subì una breve occupazione da parte delle truppe di Liutprando, ma ciò bastò per provocare l'abbandono dell'antico abitato ed il trasferimento della popolazione in quello attuale, in posizione più arretrata rispetto all'antico percorso della Via Nomentana e più facilmente difendibile. Nomentum era perciò in decadenza, quando il 23 novembre 799 vi si incontrarono Carlo Magno e papa Leone III.Qui essi perfezionarono gli accordi già raggiunti in Germania e da qui, dopo avervi pernottato, mossero alla volta di Roma, con al seguito il Senato Romano al completo. Nomento sembra abbia dato i natali a quel famoso Crescenzio che fu, per molti anni, arbitro dei destini di Roma, il quale è appunto ricordato insieme alla sua famiglia come possessore del castello di Nomento, il primo castello della campagna romana di origini militari. Egli ebbe perfino l'ardire di resistere alle truppe di Ottone III .

Nel 1058 Mentana fu completamente distrutta dai Normanni e di essa sembra che rimasero pochissime capanne che formarono il piccolo villaggio che faticosamente riprese la vita. Il castello riedificato in seguito passò alla famiglia Capocci. Consolidatosi il potere temporale dei papi, il territorio di Mentana passò ai monaci benedettini di San Paolo fuori le mura, ai quali fu confermato più volte in enfiteusi con Bolle dei papi Innocenzo III, Onorio e Gregorio IX.

Qualche tempo dopo il papa Niccolò III diede Mentana al nipote Orso Orsini e questa famiglia la tenne per circa tre secoli. Gli Orsini, schieratisi contro il Papa, furono sconfitti e scacciati da Roberto San Severino, capitano della Chiesa. In seguito alla sottomissione ed al perdono del Pontefice la famiglia Orsini riebbe Mentana e nel 1594 fu venduta a Michele Peretti, principe di Venafro. Nel 1655 venne ceduta al principe Marcantonio Borghese e rimase a questa famiglia. Nell'epoca moderna la cittadina ebbe nuova gloria e fu teatro degli scontri tra le forze garibaldine e quelle franco - papaline. Infatti il 3 novembre 1867 ebbe luogo la grande e nota battaglia di Mentana, nel corso della quale i garibaldini scrissero memorabili pagine di ardimento e di valore. Le truppe di Garibaldi dovettere alla fine cedere alle preponderanti forze avversarie. Oggi il museo garibaldino nel quale sono raccolti i cimeli e ricordi storici, ricorda ai visitatori la strada percorsa dai generosi precursori dell'Italia unita. Mentana conta oggi oltre 22.000 abitanti ed è situata a 150 m sul livello del mare e dista circa 20 Km da Roma. Fra i monumenti più ammirati il castello baronale, la Villa Santucci e l'Ara Garibaldina, inoltre i resti di ville dei patrizi romani, scoperte recentemente e sarcofaghi di tombe romane.


E adesso parliamo del borgo...

Nel centro di Mentana sono due i punti in cui si riuniscono i luoghi di maggiore interesse storico/ culturale: il centro storico e il complesso monumentale. Nel centro storico troviamo il castello, la chiesa di S. Nicola, la sede della biblioteca ( palazzo Crescenzio), e il Museo delle Maschere Teatrali e del Teatro dei Burattini. L’edificio principale del centro storico è palazzo Borghese. Questo fu edificato dagli Orsini nel 1400, ma l’attuale aspetto è il frutto di numerosi interventi avvenuti negli anni a seguire. Esternamente si affaccia sia su piazza Borghese con un ampio porticato d’accesso, sia sulla sottostante piazza San Nicola dalla quale si può ammirare tutta la maestosità del palazzo con il suo imponente portale bugnato sormontato da un ampio loggiato di epoca rinascimentale.

Entrando, poi, nel Palazzo Borghese, transitando attraverso l'omonima piazza, troviamo quello che un tempo era il salone di rappresentanza, dove possiamo ammirare ancora il grande camino; non possiamo però più ammirare le pareti affrescate o, meglio, possiamo farlo solo in parte: infatti le pareti dipinte, nel migliore dei casi, sono state coperte nel corso dei secoli dagli intonaci dei lavori di ristrutturazione, quando non sono state aggredite dagli scalpelli o non sono state attaccate dall’umidità.

Dalla stessa piazza San Nicola abbiamo accesso alla Chiesa di San Nicola. Questa fu edificata nel XIII secolo, ma prese il posto della precedente che fu distrutta. Molto probabilmente questa chiesa era prima dedicata a San Sebastiano, come testimonia l’immagine del Santo affrescata in ovale sopra il portale d’ingresso. All’interno , sopra un altare ubicato a sinistra, troviamo raffigurata una “ Madonna con Bambino” risalente al XVIII secolo, che con ogni probabilità si sovrappone ad un’immagine del XIII secolo raffigurante San Sebastiano.

All’interno di Palazzo Crescenzio, palazzo edificato nel IX secolo dalla famiglia dei Crescenzi, ha sede la biblioteca comunale. Questa oltre a mettere a disposizione del pubblico un grande numero di testi, conserva un archivio storico del Comune di Mentana, con documenti antichi.

Residente nel centro storico è anche il Museo delle Maschere Teatrali e del Teatro dei Burattini. Il Museo è stato inaugurato nel 1997 e trova ospitalità all’interno di Palazzo Borghese. Raccoglie centinaia di maschere per la rappresentazione del teatro Greco, del teatro Romano e della Commedia dell’Arte. Curatore nonché artefice di molte maschere e burattini del Museo è il maestro Giancarlo Santelli.

Poco distante dal centro storico scorgiamo l’area dove nasce il complesso Monumentale. Questo si compone di due luoghi commemorativi: l’Ara Ossario, monumento nazionale, e il Museo Garibaldino. Inoltre nella stessa area, nell’edificio adiacente, vi è ospitato il Museo di Scienze Naturali.
Il Monumento ai caduti
fu edificato nel 1877, a ricordare la già citata Battaglia, proprio sull’area dove avvennero i combattimenti. Il 3 novembre 1889 l’ara ossario divenne il simbolo dello stemma del Comune di Mentana. Invece l’edificio del Museo Garibaldino fu costruito dal comune nel 1885. All’interno possiamo trovare numerosi cimeli, sia della battaglia, come i mitici fucili Chassepot o le divise dei garibaldini, sia foto o documenti dell’epoca.